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Meet the scientist "Laura Bordoni"

Laura Bordoni, Ricercatrice a Tempo Determinato presso l’unità di Biologia Molecolare e Nutrigenomica

 

Parlaci di te: di dove sei? quale strada ti ha portata alla Scuola di Scienze del Farmaco e dei Prodotti della Salute di Unicam?

Sono nata ad Osimo (AN). Sono arrivata in Unicam per il dottorato in Health and Life Science che ho iniziato nel 2014. All’epoca del concorso ero titolare di un assegno di ricerca presso l’Università Politecnica delle Marche, ma ero alla ricerca di una realtà che mi permettesse di occuparmi di nutrigenomica. Ho conosciuto Unicam in occasione della prima edizione della Summer school in Nutrigenomics cui ho partecipato come studente, e del cui comitato scientifico ora faccio parte!

La tua formazione scolastica e accademica?

Ho frequentato il liceo scientifico Campana di Osimo, dove mi sono diplomata nel 2007. Ho poi conseguito la laurea triennale in scienze biologiche presso l’Università Politecnica delle Marche (2011) e la laurea magistrale in Scienze dell’Alimentazione e della Nutrizione Umana presso l’Università di Perugia (2013). Ho conseguito l’esame di abilitazione alla professione di biologo per poi dirigermi verso il mondo della ricerca e la carriera accademica.

Che genere di ricercatrice sei e di cosa ti occupi? Per chi non conosce molto del tuo lavoro, puoi riassumerci la tua ricerca in poche righe?

Mi occupo di nutrigenomica ed epigenetica. Studio l’impatto della nutrizione sulla salute umana andando a vedere gli effetti che questa può avere sul nostro epigenoma, in particolare sulla metilazione del DNA. Ciò che noi siamo non è determinato solo dalla sequenza del DNA che ereditiamo dai nostri genitori. Un ruolo altrettanto determinante è svolto da alcune modifiche biochimiche (come appunto la metilazione) che il DNA acquisisce durante la vita. Queste modifiche epigenetiche (=“in aggiunta alla genetica”) vanno a costituire un ulteriore livello di informazione che si aggiunge a quello portato dalla sequenza stessa. La nutrizione può influenzare questo delicato equilibrio e quindi determinare o meno un invecchiamento in salute. Capire come tracciare l’effetto della dieta sulla salute umana e come questo possa associarsi allo sviluppo di patologie complesse è il mio principale interesse. 

 

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Hai sempre voluto intraprendere una carriera scientifica? Cosa ti ha ispirato maggiormente, dal punto di vista personale o professionale, per prendere questa strada?

Lavorare nel mondo della ricerca scientifica è sempre stato il mio sogno. Non ho mai avuto dubbi sulla mia volontà di fare questo, piuttosto ne ho avuti circa la possibilità di riuscirci! E’ una carriera non facile, ma neanche impossibile. Ho sempre amato lo studio e l’approfondimento, nonché cercare di capire quali meccanismi si celassero dietro quello che possiamo osservare nel mondo vivente. Questo mi ha portato ad avvicinarmi alla biologia molecolare. Tra le principali figure che mi hanno ispirata e indirizzata verso questo mondo c’è sicuramente Piero Angela. E’ stato in grado di farmi percepire la bellezza delle scienze biologiche quando ancora ne sapevo ben poco.

Le cose più stimolanti e gratificanti nel tuo campo di ricerca? E gli ostacoli principali che hai dovuto superare?

Il mio campo di ricerca è di grande interesse per la popolazione generale. Tutti noi mangiamo e invecchiamo, quindi siamo direttamente interessati a sapere come farlo nel migliore dei modi. Quindi il diretto contatto che le persone hanno con l’argomento e l’engagement che ne deriva è sicuramente stimolante. Allo stesso tempo però, il fatto che la nutrizione sia continuo oggetto di discussione da parte di tutti, genera molta confusione sulle tematiche ad essa correlate e le fa sembrare più semplici di quanto in realtà non siano. Al contrario, la complessità della tematica, soprattutto quando la studiamo direttamente sull’uomo, la difficoltà di reperire dati e la presenza di innumerevoli fattori confondenti rappresentano ostacoli spesso difficili da superare. Per questo, la continua formazione per capire come approcciare la ricerca nel modo migliore e alla luce delle nuove tecnologie disponibili è fondamentale, e rappresenta allo stesso tempo un ostacolo e uno stimolo a fare del proprio meglio.

Come può contribuire il tuo campo di ricerca al miglioramento della società?

Identificare strumenti (o meglio biomarcatori) che ci consentano di tracciare l’impatto della nutrizione sul nostro genoma e quindi sull’insorgenza di patologie attualmente difficilmente prevenibili ha un impatto sulla società diretto e facilmente intuibile. Elucidare meccanismi molecolari che sottendono a queste patologie e che possono essere influenzati dalla nutrizione è sicuramente un grande contributo che possiamo dare al mondo della prevenzione e della salute pubblica.

I più importanti risultati che hai ottenuto finora? Che risultato ti piacerebbe raggiungere entro i prossimi 10 anni?

Sono ancora relativamente “scientificamente giovane”, e mi piace pensare che, in termini di risultati ottenuti, il bello debba ancora venire. Mi piacerebbe, entro i prossimi 10 anni, migliorare le mie capacità da ricercatrice e contribuire ad identificare marcatori molecolari basati sulla metilazione del DNA in grado di tracciare l’efficacia di interventi di prevenzione basati sulla nutrizione.

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Ci puoi raccontare come può essere una tua giornata-tipo? E quando il lavoro ti lascia del tempo libero, cosa ti piace fare? Hai qualche strategia per conciliare la carriera con la vita privata?

Il mio lavoro varia molto di giornata in giornata e sulla base delle attività che pianifico. Si tratta di un lavoro molto dinamico che include attività anche decisamente diverse tra loro, come lo studio individuale, la preparazione e lo svolgimento di lezioni, la supervisione di dottorandi e tesisti, la scrittura di progetti e lavori scientifici, la partecipazione a congressi ed eventi di formazione. Ne consegue che non ho una vera e propria giornata-tipo. Nel tempo libero mi piace viaggiare, andare al mare, leggere e ascoltare podcast sull’attualità, fare yoga, ma soprattutto, passare del tempo con le persone a me care. In termini di strategie per conciliare la carriera con la vita privata… accetto decisamente suggerimenti! E’ un punto debole per me questo al momento. Ci sto lavorando, spero di riuscire a migliorare e trovare un buon equilibrio anche da questo punto di vista!

Che consiglio o consigli dai alle giovani e ai giovani che in futuro si immaginano ricercatrici/tori?

Seguire le proprie passioni e non lasciarsi condizionare, ma allo stesso tempo ascoltare le persone che si incontra durante il percorso di studi/lavoro. Non le persone disfattiste però. Le difficoltà ci sono per tutti, quindi lamentarsi e scoraggiare gli altri è MOLTO facile. Viceversa, lasciatevi ispirare dalle persone che sono entusiaste di quello che fanno. Con la giusta strategia, anche gli obiettivi più difficili possono essere raggiunti. La carriera da ricercatrice/tore non è semplice, ma se si è mossi da un genuino interesse verso la disciplina che si studia, anche le difficoltà risulteranno più sopportabili.

Disclaimer

Unicam, nell'ottica del contrasto agli stereotipi di genere, ha avviato un lavoro di sensibilizzazione al fine di dare maggiore visibilità linguistica alle differenze. Quando in questo sito web, unicamente a scopo di semplificazione, è usato il maschile, la forma è da intendersi riferita in maniera inclusiva a tutte le persone che operano nell'ambito della comunità universitaria.