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Meet the scientist "Claudio Pettinari"

Claudio Pettinari, Professore Ordinario in Chimica Generale ed Inorganica

 

Parlaci di te: di dove sei? quale strada ti ha portata/o alla Scuola di Scienze del Farmaco e dei Prodotti della Salute di Unicam?

Sono nato a Camerino e ho studiato in UNICAM. Nel 1992, dopo una breve esperienza di Tecnico Laureato (responsabile dei laboratori di analisi chimica qualitativa erogati dalla Scuola) sono diventato ricercatore dell’allora Facoltà di Farmacia, sotto la guida del prof. Dante Leonesi, e dal 1999 sono titolare dell’insegnamento di Chimica Generale ed Inorganica per il corso di Laurea in Farmacia. Ho collaborato all’istituzione del corso di Laurea in Informazione Scientifica sul Farmaco e poi a quello di Scienze Gastronomiche. Dopo un periodo dedicato alla governance dell’ateneo, dal 2023 sono tornato alla Scuola di Scienze del Farmaco, ripartendo da dove mi ero fermato.

La tua formazione scolastica e accademica?

Liceo Ginnasio a Camerino, Laurea in Chimica presso l’Università di Camerino

Che genere di ricercatrice/tore sei e di cosa ti occupi? Per chi non conosce molto del tuo lavoro, puoi riassumerci la tua ricerca in poche righe?

Sicuramente un ricercatore poliedrico (forse troppo) con interessi in vari ambiti: dalla sintesi e caratterizzazione di molecole ad attività biologica (antimicrobica, antitumorale) allo studio di sistemi modello di metallo-enzimi, fino alla più recente attività di sintesi e caratterizzazione di MOFs (Metal-Organic frameworks), sistemi in grado di assorbire gas, di catalizzare reazioni industrialmente rilevanti e/o possibili sensori. Mi occupo anche di nuovi materiali (bio) ottenibili da scarti e di smaltimento di materiali tossici. Un aspetto rilevante nella mia vita accademica è oggi l’attività di public engagement, la divulgazione scientifica e la ricerca di migliori metodologie didattiche in ambito chimico e non solo.

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Hai sempre voluto intraprendere una carriera scientifica? Cosa ti ha ispirato maggiormente, dal punto di vista personale o professionale, per prendere questa strada?

Mi sono sempre immaginato come ricercatore anche durante il periodo universitario, l’ispirazione era data da un docente a cui devo tutto e che risponde al nome di Flavio Bonati. Bonati è stato sicuramente ispirazione e stimolo mentre era in vita, ancor più lo è stato dopo la sua scomparsa. Fare sempre di più e meglio, partire sempre dal presupposto che l’errore può essere dietro l’angolo: questo il suo insegnamento. Ma tanti altri insegnanti e ispiratori ho avuto durante la mia lunga vita accademica: Pierre Braunstein, Jerry Trofimenko, Luigi Busetto: tutti, in maniera diversa mi hanno trasmesso qualcosa e mi hanno spinto a fare, per me e per la chimica. Ho conosciuto tante persone, ogni volta ho cercato di apprendere qualcosa.

Le cose più stimolanti e gratificanti nel tuo campo di ricerca? E gli ostacoli principali che hai dovuto superare?

Quando, dopo aver sintetizzato un MOF, riesco a ottenere un cristallo o una polvere microcristallina di cui è possibile identificare la struttura, mi sento al settimo cielo. Quando poi ne parlo, da invitato, ad un evento nazionale e internazionale, mi sento gratificato, perché significa che la scoperta fatta ha suscitato interesse. Ostacoli durante la mia carriera ce ne sono stati, tanti, spesso superati con il sorriso: la difficoltà nell’ottenere finanziamenti per una ricerca di base, la scarsa fiducia da parte di qualche precendente governance dell’ateneo nei confronti di un giovane che non aveva più un docente di riferimento, la mancanza di un tutor che mi tutelasse a livello nazionale. Incredibilmente non ho mai incontrato nessun ostacolo a livello internazionale, dove la qualità del lavoro da me svolto è sempre stata riconosciuta.

Come può contribuire il tuo campo di ricerca al miglioramento della società?

La sintesi di un MOF in grado di adsorbire CO2 e trasformarla in qualcosa di utile potrà avere un impatto significativo e un rapido sviluppo anche industriale, la sintesi di sistemi modello di metallo-enzimi così come la sintesi di molecole con specifiche attività biologiche potranno sicuramente far crescere la nostra conoscenza in un ambito (quello della salute) che è sempre più al centro dei bisogni dell’umanità. Immaginiamo di riuscire a produrre un polimero biocompatibile insolubile antibatterico che non rilasci nulla nell’ambiente, quanti dispositivi medici quali cateteri e stent potrebbero trarne enorme vantaggio?

I più importanti risultati che hai ottenuto finora? Che risultato ti piacerebbe raggiungere entro i prossimi 10 anni?

Risultati conseguiti

  • Un polimero di coordinazione, possibile sensore, che cambia colore a seconda della molecola adsorbita.
  • Un derivato di Ru caratterizzato da una significativa attività antimetastatica
  • Un polimero di coordinazione con attività antibatterica
  • Un MOF in grado di adsorbire CO2 e trasformarla in un ciclocarbonato
  • Uno studio dettagliato sul comportamento di leganti scorpionati, di riferimento per tanti ricercatori.
  • Un composto di rame triboluminescente (raro)

Entro i prossimi 10 anni

  • Un MOF (metal-organic framework) in grado di adsorbire CO2 che possa diventare commercialmente disponibile.
  • Un polimero di coordinazione antibatterico utilizzabile in ospedale.
  • Un libro di divulgazione scientifica
  • L’organizzazione di un festival di scienza riconosciuto e apprezzato in tutta Italia.
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Ci puoi raccontare come può essere una tua giornata-tipo? E quando il lavoro ti lascia del tempo libero, cosa ti piace fare? Hai qualche strategia per conciliare la carriera con la vita privata?

Mi sveglio alle 6 e 30, dopo una rapida controllata alle notizie della giornata sui giornali online, alle ore 8 sono in genere alla mia scrivania (o in giro per l’Italia: faccio parte di numerosi CdA e progetti che spesso richiedono lunghi viaggi). Lavoro in genere fino alle 19, poi mi prendo mezzora per una piccola camminata e/o un po' di attività fisica. Dopo aver cenato prendo in mano un libro, oppure su canali on demand vado alla ricerca di film. La musica mi accompagna spesso durante la giornata. Non pianifico e non ho alcuna strategia per conciliare la mia vita privata con la carriera, cerco di vivere il più serenamente possibile, mettendomi a disposizione di tutte/i, quando necessario.

Che consiglio o consigli dai alle giovani e ai giovani che in futuro si immaginano ricercatrici/tori?

Di non mollare mai, di non disperare, di impegnarsi tanto, e di vivere il percorso che stanno facendo in ogni momento: non solo godere del risultato conseguito, ma anche del tragitto che al risultato le/i ha condotte/i.

Disclaimer

Unicam, nell'ottica del contrasto agli stereotipi di genere, ha avviato un lavoro di sensibilizzazione al fine di dare maggiore visibilità linguistica alle differenze. Quando in questo sito web, unicamente a scopo di semplificazione, è usato il maschile, la forma è da intendersi riferita in maniera inclusiva a tutte le persone che operano nell'ambito della comunità universitaria.